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Rassegna Stampa

Dicono di noi…

 

Il Gazzettino di Padova, 17 ottobre 2018
La malattia spiegata dagli esperti ai ragazzi: al San Gaetano un incontro sulla prevenzione.
Testimonianze di chi ha sconfitto il tumore

Parlare di cancro non è facile , sopratutto quando ci si rivolge ai ragazzi delle scuole superiori. Ma è necessario perché la prevenzione e la diagnosi precoce sono strumenti fondamentali nella cura del tumore. L’associazione Volontà di Vivere opera da anni per creare nei ragazzi una cultura di rispetto e conoscenza del proprio corpo, perché ogni segnale non venga sottovalutato. In occasione del mese della prevenzione la onlus si è rivolta ieri all’auditorium San Gaetano agli studenti e alla cittadinanza attraverso l’incontro informativo “La prevenzione spiegata ai ragazzi”, evento utile a sensibilizzare i giovani alla prevenzione dei tumori, utilizzando un linguaggio corretto e stimoli giusti. Nella prima parte dell’incontro si sono alternati testimonial positivi che sono “rinati” con l’aiuto dello sport e ambasciatori della prevenzione: si tratta di William Amighetti, fisioterapista di club internazionali e scrittore, Federico Grandesso, ciclista amatoriale, Cristina Vaccario, capitana delle Ugo, equipaggio padovano di Dragon Boat, Lucia Camporese, psicologa e testimonial della prevenzione del melanoma. Nella seconda parte, invece, si è tenuta una tavola rotonda con la partecipazione dell’oncologo Carlo Alberto Giorgi, della psicologa Chiara Vitalone e del dermatologo Matteo Bordignon. Ugo è l’acronimo che sta per “Unite gareggiamo ovunque”: le squadre di Dragon Boat in rosa, diffuse in tutto il mondo, sono nate in Canada alla fine degli anni Novanta quando studi scientifici hanno dimostrato come questo sport possa essere utile per la riabilitazione psico-fisica delle donne operate al seno. Una rappresentanza è attiva anche a Padova. E infatti Vaccario ha cercato di convincere, coinvolgere e sensibilizzare i giovani su come gli stili di vita e lo sport siano fondamentali per la salute. Grandesso invece è autore del libro “A ruota libera – 30mila km con il cancro alle spalle”. «Tutti noi abbiamo delle forze che non utilizziamo se non quando ci vengono richieste. Nella malattia – ha esortato – ho scoperto una forza che, pensando a ciò che ero prima, ancora sorrido compiaciuto. Da dove arriva?». Federico è uno dei tanti a cui è capitato il cancro: da allora, correva l’anno 2002, son trascorsi tre lustri. E lui è uno di quelli che ce l’ha fatta e ha deciso di rendere pubblica la sua storia tra dolore, sgomento, terapie, per dare speranza.

Federica Cappellato

 


Il Mattino, domenica 18 marzo 2018
«Correre mi ha salvata» La forza di Nadia campionessa speciale.
L’atleta di Borgoricco che per tre volte ha sfidato un tumore in pista alla Padova Marathon per “Volontà di vivere”

A volte la vita è dura, ma Nadia Dandolo è decisamente più dura. Di quella durezza fatta di tenacia, resistenza e passione. Doti indispensabili per diventare una delle mezzofondiste più forti dell’atletica italiana. La sua è una di quelle specialità per le quali fatichi tanto senza suscitare clamori, che ti fa conoscere più dagli addetti ai lavori che da grande pubblico. Ma per lei quello che conta sono i risultati, e soprattutto correre. «Se posso non smetterò mai. La corsa fa parte del mio modo di essere, di vivere. Anche perché io ho dato tanto allo sport, ma lo sport mi ha salvato la vita.» Di Borgoricco, classe 1962, è stata primatista, campionessa nazionale assoluta e ha conquistato il podio in prestigiose competizioni internazionali. Nemmeno il tumore, che l’ha sfidata per ben tre volte, ha fermato la sua corsa. Ha continuato nella categoria Master, dove non ha smesso di vincere e di stupire. Il 22 aprile Nadia parteciperà alla Padova Marathon con la pettorina dell’Associazione Volontà di Vivere, nel Charity Program dell’evento per raccogliere fondi a favore dell’iniziativa “Giovani in ascolto”, un nuovo servizio dedicato ai ragazzi dai 16 ai 20 anni che hanno vissuto o stanno vivendo la malattia oncologica di un parente stretto. «Ho voluto dare il mio contributo a questa associazione», dice Nadia, «sia come atleta che come persona che in passato si è ammalata». Lo faccio anche per affermare l’importanza dello sport, non necessariamente praticato a livello agonistico, Sport può essere anche una passeggiata. È un modo diverso per aiutare ad andare avanti e la mia esperienza lo dimostra.»

In che senso?

«Gli atleti sono considerati quelli sani, che non fumano, che mangiano bene…e invece anche gli atleti si ammalano. Ma hanno dei vantaggi. Lo sport ti crea qualcosa che ti aiuta ad andare sempre un passo un po’ più in là. La forza che ho trovato nella corsa è la stessa che ho usato quando ho dovuto affrontare il dolore della malattia. È stata dura, ma essere abituata a non mollare e a dare sempre il massimo mi è servito. Come l’abitudine di avere cura del tuo corpo, ad ascoltarne i messaggi. Perché ci vuole poco a lasciarsi andare e ci vuole tanto a tirarsi su».

È questo che ti ha spinto a riprendere a correre tra i Master dopo il tumore?

«In realtà non ho mai smesso di correre. Avevo voglia di muovermi anche durante le terapie. Avevo chiesto all’oncologo e lui aveva risposto: tutto quello che ti senti di fare, lo devi fare. Avevo energia per una ventina di minuti. E poi la pagavo perché la sera mi sentivo a pezzi. Ma per quei venti minuti avevo la sensazione di stare bene».

Sei già impegnata a coniugare sport e sociale ad altri livelli. Come affronterai la Padova Marathon?

«Qualsiasi gara la affronti sempre con la voglia di correre e di tagliare il traguardo. Queste della maratona non sono le mie distanze. Ma è un occasione per aiutare. Se posso fare qualcosa sono qua.»

Madina Fabretto

 


La difesa del popolo, domenica 18 febbraio 2018

Appuntamento di alto livello per una panoramica aggiornata sullo stato delle cure e della ricerca, ma anche sui nuovi bisogni dei pazienti oncologici. 

La chemio, da sola, non basta.

Guardare al di là è una delle cose che si imparano a fare quando qualcosa di inaspettato, come una malattia oncologica, ti cambia improvvisamente la prospettiva. Si guarda la di là di una terapia con le nuove soluzioni che la ricerca scientifica può offrire, e al di là della malattia intesa come un’esperienza soggettiva e personale, “Oltre la chemio. Novità scientifiche e sfide etiche nella cura del cancro” è il titolo del convegno organizzato dall’associazione Volontà di vivere in collaborazione con il Csv di Padova, che si terrà giovedì 22 febbraio dalle 15 alle 18 e 30 in sala Anziani a Palazzo Moroni.

L’obiettivo è da una parte quello di offrire una panoramica aggiornata e chiara sullo stato delle cure e dalla ricerca per le malattie oncologiche, dall’altro sensibilizzare il mondo medico-scientifico sui nuovi bisogni del paziente. Il titolo esprime bene i due aspetti che le organizzatrici hanno inteso sottolineare: la malattia come dato scientifico e come esperienza umana. Nella convinzione che per prendersi cura delle persone ammalate di cancro , cercando soluzioni più mirate e meno devastanti, sia certo necessario prendere in considerazione l’aspetto scientifico, senza però trascurare le conseguenze sociali, umane e anche spirituali della malattia sulle persone. L’associazione Volontà di vivere conosce bene questa duplicità di approccio alla malattia e nel suo convegno annuale ha scelto di tenere insieme i due aspetti. Il programma è stato stilato grazie al prezioso contributo dei componenti del comitato scientifico: Pierfranco Conte, direttore di oncologia medica 2 allo Iov, ed Evelino Trevisan, psiconcologo e psicoterapeuta.

I lavori saranno introdotti dalla presidente dell’associazione Volontà di vivere Anna Donegà. Dopo i saluti dell’assessore al sociale del comune di Padova, del presidente del Csv Emanuele Alecci, del direttore dell’Ulss 6 Euganea Domenico Scibetta e del dirigente generale dello Iov Patrizia Simoniato, prenderanno la parola i medici che stanno sviluppando nuove cure innovative. Giuseppe Opocher, che come direttore scientifico dello Iov ha portato l’istituto di via Gattamelata ai vertici nazionali per produttività scientifica, dando un impulso decisivo alle infrastrutture per la ricerca e fondando l’Unità per i tumori ereditari e endocrinologia oncologica, interverrà sull’analisi del genoma per valutare la predisposizione ad alcuni tumori ereditari e la personalizzazione delle cure. Michele Maio, direttore del Centro di immuno-oncologia (il primo in Europa) e dell’Unità operativa complessa di immunoterapia oncologica dell’Azienda ospedaliera universitaria senese, farà il punto della situazione sull’immunoterapia, considerata la “quarta via” della lotta al cancro. Interverrà quindi Pierfranco Conte con un video nel quale approfondirà l’importanza di un coinvolgimento positivo dei pazienti nelle cure sperimentali e nella ricerca clinica. In questa prima sessione sarà affrontato anche il tema del coinvolgimento del paziente nella sperimentazione, con l’obiettivo di farne parte attiva e non un soggetto passivo. Ne parlerà il moderatore Enrico Furlan, filosofo morale e bioeticista dell’Università di Padova, con un esame delle prospettive delle nuove scoperte scientifiche dal punto di vista etico. Il tema sarà ripreso nella seconda parte, dedicata ai bisogni dei pazienti, al di là di quelli farmacologici e chirurgici. Bisogni che vanno messi al centro dell’attenzione, anche per permettere alle terapie di funzionare nel modo migliore. A introdurre la sessione sarà Vittorina Zagonel, con un intervento sulle più recenti innovazioni terapeutiche e su cosa esse comportino per il paziente, il medico e l’organizzazione. Adriano Fornasiero, direttore di Oncologia all’ospedale di Piove di Sacco, parlerà quindi delle nuove terapie e la sfida dell’umanizzazione, seguito dallo psicologo e psicoterapeuta Evelino Trevisan, che spiegherà quale dovrebbe essere l’atteggiamento positivo del paziente davanti al medico e alle cure. Saranno quindi proiettate alcune testimonianze di donne che si sono sottoposte a terapie sperimentali. I relatori rimarranno a disposizione per rispondere alle domande del pubblico, quindi le conclusioni saranno tratte dalla presidente Donegà. Fare il punto sulle nuoce prospettive in fatto di terapie oncologiche è fondamentale in un momento in cui il progresso scientifico, proprio grazie alla diagnosi precoce e a terapie più mirate ha permesso percentuali di guarigione molto alte. Garantire un’informazione comprensibile, chiara e veritiera è, per l’associazione Volontà di vivere, alla base anche del rapporto di fiducia medico-paziente e quindi di ogni efficace percorso di cura o strategia di prevenzione.

Associazione Noi e il Cancro Volontà di Vivere
Via Matteotti 27 - Padova
Tel: 049-8025069
Cell. 331 1477310
E-mail: associazione@volontadivivere.org
C.F. 80040220289

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